sabato 16 marzo 2013

Mutui: passare dal tasso variabile al tasso fisso conviene?

Sembra che in quest’ ultimo periodo alcune banche invitino i propri clienti che hanno acceso un mutuo a tasso variabile tempo fa (più avanti nell’ articolo precisiamo meglio di che “tempo” si tratta…) a passare ad un mutuo a tasso fisso. Ma come?! Ora i mutui a tasso fisso hanno un tasso di interesse totale che di certo è ben superiore a quello dei mutui a tasso variabile, soprattutto di uno acceso appunto “tempo” fa… E’ una fregatura allora? Non del tutto, come ora cerchiamo di spiegare.


Sono stati segnalati dei casi di mutuatari che hanno ricevuto dalla propria banca delle comunicazioni in merito alla rinegoziazione del mutuo, per passare dal tasso variabile al tasso fisso: ci si chiede allora il perché di tale invito, se ad ora l’ Euribor nelle sue varie versioni è a livelli minimi (tra l’ 01,2% e lo 0,54%) mentre l’ Eurirs, sempre nelle sue varie versioni, è intorno al 2% (per ulteriori dettagli: Aggiornamento aprile tassi mutui); oltre al fatto che i mutui variabili, rispetto ai fissi, hanno uno spread bancario più basso…

Proprio qui sta la motivazione principale di questi inviti che alcune banche stanno facendo ai propri clienti: infatti tale richiesta è stata fatta in particolar modo a quei mutuatari che hanno acceso un mutuo a tasso variabile prima della crisi finanziaria che ha colpito l’ Italia a partire dal settembre 2011, quando tutti noi abbiamo imparato cosa fosse lo spread tra BTP italiani e Bund tedeschi: come potete leggere nell’ articolo Spread bancario e spread titoli di Stato, lo spread sui mutui (quello bancario appunto)  anche se non è del tutto legato a quello sui titoli, si è comunque impennato nell’ ultimo anno e mezzo.
Dato che in definitiva lo spread bancario è il guadagno della banca sul mutuo, si capisce allora perché alcuni che hanno acceso un mutuo a tasso variabile prima di questa crisi finanziaria si son visti recapitare tale invito dalla banca: dato che allora lo spread bancario era molto più basso che adesso, a circa l’ 1% per i mutui variabili, rinegoziando il mutuo a tasso fisso lo spread sarebbe bancario sarebbe più alto! Così facendo c’è la possibilità che chi ha ora un mutuo variabile acceso appunto prima del settembre 2011 passi dall’ avere un tasso di interesse totale intorno al 2% massimo ad avere un mutuo fisso con anche il 5% totale di interesse.

Dunque è un bluff? Non è detto, bisogna fare delle considerazioni più precise.
Infatti col mutuo a tasso fisso si ha una garanzia in più, ovvero quella che per i prossimi anni dell’ ammortamento, qualunque cosa accada all’ economia nazionale o europea che porti ad una crescita dei tassi di interesse (o meglio, degli indici variabili quali l’ Euribor, come accadde negli anni 2008/09, quando si impennò tantissimo), la rata del mutuo non cambierà d’importo; certo ora e per i prossimi anni (due o tre almeno, a leggere le previsioni sui tassi dei mutui) si pagherebbe di più, ma nel futuro è prevedibile che almeno di qualche punto l’ Euribor salga.
Dunque possiamo affermare che, se la differenza di tasso di interesse totale tra l’ attuale mutuo a tasso variabile e quello dell’ eventuale mutuo a tasso fisso proposto dalla banca non superi l’ 1,5%/2%, potrebbe anche essere una soluzione da considerare per maggiori tutele nel futuro; attenzione ovviamente anche alla proporzione che c’è tra l’ attuale rata, quella rinegoziata ed il reddito di cui si dispone: se le entrate mensili coprono a mala pena il costo del mutuo… E attenzione anche a quanto tempo manca alla conclusione del rimborso: se mancano ormai pochi anni, conviene restare al variabile, se mancano magari 20 o 30 anni, forse il passaggio al tasso fisso potrebbe dare più sicurezza, seppur ad un costo nettamente maggiore (chiaro è che un tasso di interesse, qualsiasi esso sia, dà un esborso maggiore se il capitale da restituire è ancora parecchio).

Insomma, fate bene (molto bene) i vostri conti, perché potrebbe essere un’ opportunità oppure una cosa da evitare assolutamente.
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