Il credit crunch, la stretta alla concessione di mutui da parte delle banche, continua ad essere forte in Italia, paese in cui tra l’ altro i tassi di interesse sono più elevati che altrove in Europa e le percentuali di loan to vale, cioè quanto si finanzia in proporzione al valore dell’ immobile, più basse.
Mutui a tasso fisso: anche in questo caso assistiamo ad rialzo degli indici di riferimento, come ad esempio l’ Eurirs/IRS a 20 anni giunto a quota 2,48% (a giugno 2012 toccò il minimo storico di 1,88%).
Dunque potremmo anche dire che attualmente, facendo un esempio di mutuo al 50% del valore immobiliare, delle buone proposte potrebbero essere il Mutuo BNL a tasso variabile che avrebbe un taeg del 3,24%, oppure il Mutuo a tasso fisso Webank con un taeg del 5,46%; ma forse la soluzione migliore potrebbe essere un mutuo flessibile, ovvero che consenta di cambiare il regime di tasso di interesse dopo alcuni anni: in fondo un mutuo a tasso fisso ora potrebbe essere una scelta troppo prudente che non sfrutterebbe la convenienza attuale di un mutuo a tasso variabile, mentre appunto un mutuo a tasso variabile potrebbe divenire nei prossimi anni troppo caro.
Dunque molti esperti consigliano ora di optare per un mutuo rinegoziabile (NB: un mutuo rinegoziabile è un mutuo che prevede nel contratto la possibilità appunto di modificarne le condizioni a periodi prefissati, cosa dunque diversa dalla rinegoziazione di un mutuo che non prevede tale opzione); in Gran Bretagna ad esempio tali mutui sono praticamente ormai la sola scelta possibile: optare infatti per un mutuo a tasso fisso bloccato per 2, per 3 o per 5 anni si ha un tasso minore dell’ 1% almeno rispetto ad un fisso di lunga durata e di poco superiore ad un variabile per tale periodo senza avere la spada di Damocle dell’ impennata degli interessi, sapendo però esattamente quanto si paga per tale periodo e potendo poi rinegoziare le condizioni.