venerdì 7 giugno 2013

I tassi di interesse sui mutui restano alti, o meglio lo spread bancario resta alto

Nonostante il calo dello spread tra Btp italiani e Bund tedeschi, rimane alto lo spread bancario sui mutui, ovvero il ricarico che le banche fanno per avare un guadagno (ricordiamo infatti che la quota interessi che dipende dall’ Euribor o dall’ Eurirs o dal tasso BCE non rientra poi nelle casse della banca che ha emesso il mutuo): la conferma viene dai dati emessi in questi giorni dalla Banca d’ Italia e dalla BCE.

Speciale mutui: Migliori mutui tasso fisso  -  Migliori mutui tasso variabile  -  Migliori mutui tasso variabile con cap

Si diceva che quando la fiducia verso l’ Italia dei vari attori finanziari internazionali fosse tornata, allora lo spread Btp-Bund sarebbe sceso portando con se nella discesa anche lo spread bancario sui mutui: ebbene, se il primo spread è effettivamente sceso, non è successo lo stesso col secondo! Almeno però la parte del tasso di interesse dei mutui che dipende dall’ Euribor o dal tasso BCE (parliamo di mutui variabili in questo caso, mentre il discorso spread vale per tutti i mutui) è ferma o in lieve discesa, come potete leggere in Taglio del costo del denaro: interessi di mutui e conti deposito in discesa.

I numeri dell’ aggiornamento della BCE sui mutui, ripreso anche da Bankitalia, parlano chiaro: relativamente al mese di aprile, quello più recente per quel che riguarda appunto le analisi statistiche, se lo spread tra i titoli di Stato di Italia e Germania è sceso intorno a quota 300, purtroppo lo spread che applicano le banche ai mutui domandati dai consumatori italiani è salito mediamente dal 3,90% al 3,95% (per i mutui alle imprese è salito invece dal 3,5% al 3,6%).


Dunque se i mercati finanziari ridanno un po’ di fiducia e di respiro al nostro Paese in questa fase convulsa ma forse foriera di qualche cambiamento, e se le banche italiane sono tornate a ricevere liquidità senza troppi problemi, per quel che riguarda i tassi di interesse dei mutui non si registra alcun passo in avanti: il divario tra gli spread bancari sui mutui applicati in Italia e quelli nel resti d’ Europa è di ben 55 punti base, cioè dello 0,55% (non poco quando si parla di medie e di interessi). 

Se comunque paragonarsi alla Germania non è una cosa fattibile (dove si presta denaro con tassi più bassi in media dell’ 1%), sapere che comunque qui si pagano interessi più elevati anche della Spagna non fa certo piacere: i nuovi mutui non scendono quasi mai sotto il 3% come spread e se è vero che comunque la questione va considerata anche dal punto di vista delle banche, che affermano che la rischiosità della clientela italiana non va sottovalutata a causa della difficile situazione economica, aspettarsi che vi sia una inversione di rotta dovuta al miglioramento degli altri elementi in gioco è una cosa lecita.
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