lunedì 11 febbraio 2013

Prestiti tra privati: i siti per il social lending

Investire nel social lending o domandare un prestito tra privati: come detto nei precedenti capitoli di questa guida a tale innovativa forma di finanziamenti on line, occorre rivolgersi ad una community nel web, gestita da una società autorizzata dalla Banca d’ Italia; le principali sono Smartika, Boober, Prestiamoci, Kiva.org e Kasbia.


Il social lending, nella sua versione attuale (ricordiamo che i prestiti tra privati erano già praticati in passato dalle società di mutuo soccorso), è stato portato in Italia da Smartika, che in precedenza si chiamava Zopa: nata nel 2005 in Gran Bretagna, per fare parte della sua community italiana occorre avere tra i 18 ed i 70 anni ed essere titolari di un conto corrente bancario o postale; ad oggi ha erogato prestiti per oltre 9 milioni di euro, in Italia e all’ estero.

Per il mercato italiano dei prestiti tra privati altra importante società è Prestiamoci.it: la sua community può vantare oltre 300 prestatori di denaro che hanno deciso di investire nel social lending e ad oggi ha finanziato circa 1,5 milioni di euro.
Particolare è Kirva.org, che consente ai prestatori di investire anche solo 25€ per prestiti a imprese site in paesi emergenti, consentendo anche di informarsi su tali imprese e di seguirne gli sviluppi.

Infine citiamo Boober: chi domanda un prestito presso questa community può cercare anche un prestatore che richieda il tasso di interesse più conveniente per le proprie esigenze, nel senso che oltre ad importo del prestito e durata del rimborso, domanda e offerta si incrociano anche per il tasso proposto/richiesto.

L’ opinione generale di chi ha usufruito di tali servizi è in genere estremamente positiva, sia dal lato di chi ha richiesto il prestito sia da quello di chi ha investito nel social lending.
Tweet