Come detto nella prima parte di questa guida ai prestiti tra privati, chi decide di essere creditore, ovvero investire del denaro nel social lending, quando si iscrive ad una community deve scegliere a quali categorie di debitori possono venire prestati i suoi soldi: la solvibilità, le garanzie di chi richiede un prestito sono valutate dalla società che gestisce la piattaforma con gli stessi criteri che seguirebbe una banca, ovvero se vi sono precedenti debiti e se sono stati saldati, che tipo di posizione lavorativa e altro.
Guida al prestito consolidamento debiti - Conviene ancora la cambiale? - Le garanzie per i prestiti - Il microcredito come alternativa ai prestiti in banca
Una società che decide di aprire una community di social lending opera sotto la vigilanza della Banca d’ Italia e ne deve seguire le norme; il prestito tra privati viene giuridicamente definito come un’ opera riferibile a istituti di pagamento considerati operatori non bancari che gestiscono servizi finanziari e di pagamento alternativi a quelli delle banche: la struttura di gestione del rischio, il collegio sindacale, i revisori contabili di tali società devono essere in linea con le norme di Bankitalia, ed ovviamente ci deve essere un patrimonio per tutelare la clientela.
C’è anche l’ obbligo per le società di prestiti tra privati di comunicazione di tutti i rapporti in essere coi clienti, di segnalazioni per l’ antiriciclaggio e l’ evasione fiscale, di regolarità dei pagamenti.