30 luglio 2013

Il microcredito come alternativa ai prestiti in banca

Il microcredito sta sempre più prendendo piede in quanto oggi ottenere un finanziamento per credito al consumo o per altre finalità è sempre più difficile visto che la banche hanno stretto i cordoni della borsa e i tassi di interesse possono essere elevati, oltre al fatto che le classiche garanzie per un prestito sono sempre più difficili da poter dare.

A rivolgersi al microcredito sono tendenzialmente soggetti “indesiderati” dalle banche (cattivi pagatori, protestati) oppure chi cerca finanziamenti per progetti occupazionali o di solidarietà sociale, disoccupati, piccoli imprenditori o immigrati: il numero di persone che sono escluse dai normali sistemi di credito è cresciuto dal 16% circa del totale nel 2008 a il 22% di oggi.

Gli importi del microcredito sono oltre la metà tra 2000€ e 5000€, un po’ meno sotto gli 11.000€, mentre ben pochi superano i 15.000€; in Italia sono più le donne che gli uomini a domandare un microcredito: il 57% contro il 43%; tra gli stranieri i più attivi sono i sudamericani, seguiti da africani ed europei.
Tra i vari “benefici” del microcredito c’è senz’altro da annoverare un arginamento all’uso di fidi bancari, carte revolving e prestiti con tassi di interesse troppo elevati, oltre al contenimento del ricorso agli usurai da parte dei soggetti più deboli.

Purtroppo c’è da segnalare che i fondi europei per il microcredito sono per l’Italia di ben un miliardo di euro, ma essendo bloccata la legge sulla figura dell’intermediario bancario a causa di lungaggini burocratiche anche chi già da anni è attivo nel settore (ad esempio Banca Etica) non può iscriversi all’albo degli intermediari rendendo tutto più difficile.
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