Innanzi tutto occorre che, per la stipula del contratto, sia necessaria anche l’ opera del notaio, visto che come garanzia per il prestito è richiesta l’ ipoteca dell’ immobile che, in ogni caso, rimane di proprietà del cliente.
Come detto, il rimborso non sarà una questione del cliente-proprietario: dopo la sua scomparsa, gli eredi avranno 10 mesi di tempo per decidere la modalità del rimborso del prestito vitalizio ipotecario stipulato dal loro congiunto: vendendo la casa oppure estinguendo l’ ipoteca con i propri soldi e beni, mantenendo la proprietà immobiliare. Altra possibilità è quella di lasciare la casa alla banca.
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A differenza di altri prestiti per pensionati, i prestiti vitalizi ipotecari consentono di ottenere somme più elevate (più della cessione del quinto della pensione, ad esempio) e di rimborsare in anticipo il finanziamento, pagando però una penale; il cliente ovviamente non paga alcuna rata, visto le modalità di rimborso su descritte. Però gli interessi maturano per tutto il periodo che va dalla stipula del contratto al rimborso: quindi c’è anche la possibilità che la vendita della casa non sia sufficiente.
Da segnalare inoltre che gli eredi del cliente non hanno alcuna voce in capitolo nella decisione di domandare un tale prestito.
Inoltre, non vi è un limite di età massimo per domandarlo, ma minimo, appunto di 65 anni.
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