News 5 luglio: Costi conti correnti in Italia troppo elevati, l’Adusbef denuncia le banche
Il perché di obbligo del conto corrente di condominio risiede nel Decreto Salva Italia del 2011, il primo atto dell’ allora neonato governo Monti: dato che il limite per i pagamenti in contanti è stato abbassato a mille euro, è sorta dunque la necessità che per pagare fornitori di beni o servizi di cui un condominio abbia bisogno, si usino bonifici o assegni, strumenti per i quali appunto un conto corrente è necessario (per altre info su tale spinoso argomento: 1000 euro da incassare con un assegno in contanti o da prelevare dal conto corrente).
Il conto corrente condominiale potrà essere sia un conto corrente bancario sia un conto corrente postale (cioè un ContoBancoPosta di Poste Italiane): chi lo apre sarà necessariamente l’ amministratore di condominio, seppur esiste la possibilità che l’ Assemblea deleghi un altro soggetto; tuttavia è ovvio che il titolare del conto corrente sarà lo stesso condominio in quanto persona giuridica: l’ amministratore di condominio dovrà consegnare all’ Assemblea condominiale tutta le documentazione relativa al conto corrente ed ogni condomino avrà la possibilità di visionare le entrate, le uscite ecc…
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Anche se ogni condomino avrà il diritto a tutte le informazioni necessarie, è chiaro che la gestione del conto corrente di condominio spetterà in concreto al solo amministratore, il quale non dovrà di certo domandare un corrispettivo apposito per tali funzioni: il suo compenso rimane quello previsto dagli accordi con l’ Assemblea.
I documenti necessari all’ apertura del conto corrente condominiale sono i seguenti: -una copia della delibera dell’assemblea condominiale -la nomina dell’amministratore e la durata del suo incarico -l’autorizzazione all’apertura del conto corrente -i poteri conferiti all’amministratore in ordine all’apertura e gestione del conto -una copia del regolamento -il codice fiscale del condominio.
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