Infatti, secondo le stime dell’Adusbef, nonostante le smentite fatte tempo fa da Bankitalia che afferma come “i costi di gestione di un conto corrente si aggirano sui 100 euro e sarebbero in diminuzione”, in realtà un correntista italiano spende in media 320€ per la gestione del suo conto: ecco allora che l’associazione presieduta da Ennio Lannutti, dopo aver monitorato i conti correnti proposti dalle dieci maggiori banche in Italia, ovvero Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bnl, Mps, Banca Popolare, Carige, Popolare di Milano, Banca Sella, Popolare di Vicenza, Credem, è ricorsa all’UE per denunciare la situazione.
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La colpa di simili costi per i conti correnti ed in generale per i prodotti bancari? Secondo l’Adusbef sono da imputare alla stabilità del sistema bancario italiano (che viene vista invece come una non-concorrenza mascherata) e alla scarsa o nulla incisività delle azioni di Bankitalia:
“È stato calcolato -afferma Lannutti- che tale presunta “stabilità” del sistema bancario italiano costa ogni anno ai correntisti e risparmiatori da 5 a 7 miliardi di euro di maggiori oneri, tra costi diretti e indiretti, come le spese di gestione dei conti corrente pari a una media che si può pacificamente stimare tra i 295,66 euro (fonte commissario europeo Michel Barnier) e i 320,5 euro (ultima indagine condotta da Adusbef e Federconsumatori)… Colpa anche all’omessa concorrenza e alla mancata vigilanza di Bankitalia sulle banche, con le quali va a braccetto”.
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