Cambiano le pensioni: con le nuove norme introdotte dalla Riforma Fornero le modifiche al sistema previdenziale verranno incrementate un po’ per volta, convivendo con le precedenti fino a che, col tempo, non le sostituiranno del tutto.
Chi ha maturato entro la fine del 2011 i requisiti per andare in pensione non verrà toccato dalle novità, ma per via della finestra mobile i lavoratori autonomi potranno farlo solo a giugno 2013 (la finestra mobile è di 12 mesi per i lavoratori dipendenti, di 18 per gli autonomi: dunque i primi possono ora andare in pensione).
Ovviamente tra i fondamenti della riforma delle pensioni elaborata dalla Fornero vi è la constatazione che la vita media si è allungata e si è più in salute, dunque si darà la possibilità, a chi lo volesse, di lavorare per più tempo: dal 1 gennaio 2013 si potrà scegliere di proseguire fino a 70 anni e 3 mesi (prima fino a 65 anni), mentre dal 2065 fino a 75 anni (sempre che altre riforme non intervengano…!!!).
Sempre per via dell’ adeguamento della speranza di vita, la Riforma Fornero prevede che dal 2013 le pensioni di vecchiaia per autonomi e dipendenti pubblici saranno possibili da 66 anni e 3 mesi, per dipendenti privati da 62 anni e 3 mesi (dal 2018 da 66 anni e 7 mesi la soglia minima).
Saranno ancora esistenti le pensioni di anzianità ma dato che i requisiti sono sempre più stringenti, sono in fase di scomparsa: già il fatto che si chiamano ormai pensioni anticipate la dice lunga; sempre dal 1 gennaio 2013, causa Riforma Fornero del Lavoro, per domandare la pensione di anzianità o pensione anticipata il minimo di contributi sarà di 42 anni e 5 mesi per gli uomini, di 41 anni e 5 mesi per le donne: ma se si raggiungono prima del compimento di 62 anni di età i 42 o 41 anni di contributi, si toglie un 1% dall’ assegno per ogni anno di anticipo se sono due, un 2% per anno se di più. Anche per le pensioni di anzianità si aumenterà nel corso del tempo gli anni di contributi necessari, fino a 47 anni nel 2065.
La Riforma Fornero per le pensioni, sempre con lo scopo di incentivare a rimanere al lavoro fino a 70 anni, introduce un nuovo regime di coefficienti di trasformazione del montante, che vengono dunque fissati per età tra 57 e 70 anni (prima fino a 65 anni); ad esempio dal 2013 un coefficiente del 5,620% (che è il massimo per il 2012) richiederà 66 anni e non più 65 (anzi è stato portato a 5,624%), mentre dai 67 anni il coefficiente sale fino al 6,541% dei 70 anni. Insomma, da 57 a 65 anni i coefficienti sono stati abbassati, mentre i nuovi coefficienti, cioè quelli per chi andrà in pensione tra 66 e 70 anni, saranno più alti del vecchio coefficiente massimo (ovviamente, visto che era riferito a chi ci andava a 65 anni, precedente limite).
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