lunedì 31 dicembre 2012

Le nuove pensioni dalla Riforma Fornero

Con il 2013 si rinnova il regime delle pensioni per via delle novità introdotte dalla Riforma del Lavoro varata dal Ministro Elsa Fornero, che consentiranno di lavorare fino a 70 anni: noi de ilportafoglio.info proponiamo questa sintesi.

Cambiano le pensioni: con le nuove norme introdotte dalla Riforma Fornero le modifiche al sistema previdenziale verranno incrementate un po’ per volta, convivendo con le precedenti fino a che, col tempo, non le sostituiranno del tutto.
Chi ha maturato entro la fine del 2011 i requisiti per andare in pensione non verrà toccato dalle novità, ma per via della finestra mobile i lavoratori autonomi potranno farlo solo a giugno 2013 (la finestra mobile è di 12 mesi per i lavoratori dipendenti, di 18 per gli autonomi: dunque i primi possono ora andare in pensione).

Ovviamente tra i fondamenti della riforma delle pensioni elaborata dalla Fornero vi è la constatazione che la vita media si è allungata e si è più in salute, dunque si darà la possibilità, a chi lo volesse, di lavorare per più tempo: dal 1 gennaio 2013 si potrà scegliere di proseguire fino a 70 anni e 3 mesi (prima fino a 65 anni), mentre dal 2065 fino a 75 anni (sempre che altre riforme non intervengano…!!!).
Sempre per via dell’ adeguamento della speranza di vita, la Riforma Fornero prevede che dal 2013 le pensioni di vecchiaia per autonomi e dipendenti pubblici saranno possibili da 66 anni e 3 mesi, per dipendenti privati da 62 anni e 3 mesi (dal 2018 da 66 anni e 7 mesi la soglia minima).

Saranno ancora esistenti le pensioni di anzianità ma dato che i requisiti sono sempre più stringenti, sono in fase di scomparsa: già il fatto che si chiamano ormai pensioni anticipate la dice lunga; sempre dal 1 gennaio 2013, causa Riforma Fornero del Lavoro, per domandare la pensione di anzianità o pensione anticipata il minimo di contributi sarà di 42 anni e 5 mesi per gli uomini, di 41 anni e 5 mesi per le donne: ma se si raggiungono prima del compimento di 62 anni di età i 42 o 41 anni di contributi, si toglie un 1% dall’ assegno per ogni anno di anticipo se sono due, un 2% per anno se di più. Anche per le pensioni di anzianità si aumenterà nel corso del tempo gli anni di contributi necessari, fino a 47 anni nel 2065.
La Riforma Fornero per le pensioni, sempre con lo scopo di incentivare a rimanere al lavoro fino a 70 anni, introduce un nuovo regime di coefficienti di trasformazione del montante, che vengono dunque fissati per età tra 57 e 70 anni (prima fino a 65 anni); ad esempio dal 2013 un coefficiente del 5,620% (che è il massimo per il 2012) richiederà 66 anni e non più 65 (anzi è stato portato a 5,624%), mentre dai 67 anni il coefficiente sale fino al 6,541% dei 70 anni. Insomma, da 57 a 65 anni i coefficienti sono stati abbassati, mentre i nuovi coefficienti, cioè quelli per chi andrà in pensione tra 66 e 70 anni, saranno più alti del vecchio coefficiente massimo (ovviamente, visto che era riferito a chi ci andava a 65 anni, precedente limite).

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