25 settembre 2012

Berlusconi: abolizione dell' Imu e lotta all' evasione fiscale tramite accordi con la Svizzera

A pochi mesi dalle elezioni politiche, che avranno luogo nella primavera 2013, e ad alcune settimane dall’ inizio ufficiale della campagna elettorale, ovviamente i politici già si fanno avanti e propongono le loro soluzioni, le loro idee, per risolvere la situazione italiana: tra di essi non può mancare Silvio Berlusconi, sempre leader del PdL e presunto (?) candidato premier per una coalizione di centro-destra ancora in divenire; il Cavaliere punta comunque su temi da sempre suoi cavalli di battaglia: lotta all’ evasione fiscale tramite accordi con la Svizzera ed abolizione delle tasse sulla casa (prima era l’ ICI, ora ovviamente il bersaglio è l’ IMU).

Partiamo dalle parole di Berlusconi sull’ IMU: “L'Imu riguarda la prima e la seconda casa con un gettito suddiviso tra lo stato e i comuni, ed è di fatto un'imposta patrimoniale se consideriamo anche la rivalutazione degli estimi catastali. La nostra proposta è abolire l'Imu sulla prima casa. Una tassa intollerabile per gli italiani, che diversamente dal resto d'Europa abitano per l'80 per cento nella casa di proprietà. L'Imu andrebbe considerata una imposta 'una tantum' per l'emergenza, un pronto soccorso che dovrebbe trasformarsi in Imu federale soltanto sulle seconde case. Il mancato introito potrebbe essere recuperato attraverso il nostro piano di attacco al debito pubblico per 400 miliardi di euro, proposto dal Pdl e pubblicato fra l'altro dal Sole24Ore”.

Dunque per il Cavaliere la prima casa come sempre non si tocca! Il mancato introito per le casse statali sarebbe quindi coperto da un piano di attacco al debito pubblico e da nuovi accordi con la Confederazione Elvetica:

“La stipula delle convenzioni fiscali con la Svizzera, sul modello di quelle già stipulate tra la Svizzera e la Germania e la Gran Bretagna, potrebbe già coprire più del doppio del gettito che verrebbe a mancare in un anno dall'Imu sulla prima casa”.
Infine, le considerazioni dell’ ex premier sul lavoro dell’ attuale primo ministro e del governo di tecnici:
“Io innanzitutto non avrei aumentato la pressione fiscale. E non avrei imposto il tetto dei mille euro per i pagamenti in contante. Si è creato un clima nel quale i cittadini rischiano di sentirsi prigionieri di uno stato di polizia tributaria che controlla accanitamente tutte le espressioni di spesa e, quindi, di benessere; invece di gravare sulla casa, il pilastro sul quale ogni famiglia ha il diritto di fondare la sicurezza del proprio futuro e invece di deprimere il mercato immobiliare impoverendo tutti gli italiani dobbiamo puntare a ridurre gli sprechi e abbattere il debito, rilanciando i consumi e, quindi, il lavoro”.