Il conto corrente è la più tipica forma di deposito bancario, quella usata per la gestione dei risparmi non tanto per guadagnarci qualcosa (per questo vanno usati i conti deposito o i buoni fruttiferi) ma per mettere al sicuro il denaro e usufruire di servizi quali bonifici, domiciliazione delle bollette, accredito stipendio o pensione, pagamenti con F24, assegni, carta di credito e bancomat e quant'altro. Tuttavia questi servizi, alcuni indispensabili altri accessori e adatti per esigenze particolari, hanno dei costi: per disincentivare l'uso del contante ed il ricorso allo sportello sono costi sempre più elevati e che evidenziano come la convenienza dei conti correnti on line ed in generale dell'internet banking sia palese.
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I prezzi al consumo sono in discesa, in Italia c'è deflazione (-0.3% e -0.1% ad agosto e settembre 2014) e negli ultimi due anni l'inflazione è stata bassissima, ma per i costi dei conti correnti invece c'è ancora una forte inflazione visto che in due anni, da gennaio 2013 a settembre 2014, si registra un +5% per l'ISC (indicatore sintetico di costo), con una media di circa 350/400 euro all'anno: come conferma una ricerca della Bocconi ripresa da CorriereEconomia su 10 banche (Intesa, Unicredit, Mps, Bnl, Ubi, Bpm, Banco Popolare, Credem, Cariparma, Bper) soprattutto sono aumentati i costi per operazioni come bonifici, assegni, righe di scrittura, mentre sono rimaste ferme le spese fisse (ad esempio l'imposta di bollo o il canone).
Ci sono differenze sostanziali tra banca e banca sulla base delle politiche di razionalizzazione delle spese di ogni singolo istituto (ad esempio Cariparma sta ora spingendo molto più forte sui conti correnti on line che hanno spese molto più basse sia per la banca che per il cliente) ed ovviamente dipende anche dall'uso che il correntista fa del conto, ma si tratta comunque di costi elevati per un prodotto che non dà interessi attivi ed è qusi indispensabile (--> Senza conto corrente, quali alternative?)
Come vedete i costi dei conti correnti a pacchetto, ovvero quelli che a fronte del pagamento di un canone annuo danno un certo numero di operazioni gratuite e sono indicati per famiglie o comunque consumatori con esigenze non elevate o non professionali, sono più contenuti degli ISC dei conti più completi, a conferma che bisogna saper scegliere, facendo confronti tra conti correnti per trovare quello più adatto alle proprie esigenze e spendere meno:
Già da anni i tassi di interesse dei conti correnti sono quasi a zero e ultimamente si sono abbassati (come anche i rendimentidei conti deposito) perchè la BCE sta tenendo il costo del denaro a livelli minimi per tentare il rilancio dell'economia europea e spingere le banche stesse a concedere finanziamenti a famiglie e imprese: peccato però che se anche i tassi dei prestiti si sono dimezzati negli ultimi due anni, chiedere denaro alla banca è mediamente 18 volte più costoso che depositarlo! Infatti se gli interessi attivi sono allo 0.01% lordo annuo per i conti correnti, a circa il 2% lordo annuo per i conti deposito, gli interessi passivi sono ad una media del 18% netto annuo (calcolo su finanziamenti e fidi). Certo come detto sopra ci sono motivi finanziari sistemici perchè le banche non possono più pagare rendimenti di un certo spessore sui depositi, ma purtroppo i costi in Italia per conti correnti e altri prodotti bancari sono troppo elevati rispetto alla media europea (soprattutto per i mutui) nonostante la deflazione.
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