Uno studio della più prestigiosa università italiana di economia, la Bocconi (quella dove è docente Mario Monti, tanto per intenderci), ha fatto emergere che i conti correnti sono in Italia sempre più cari: i costi di gestione e delle varie commissioni sono rincarati, dal 2010 ad oggi, del 36% [in questo caso la nuova imposta di bollo sui conti non ha colpe].
L’ autore dello studio è il prof. Stefano Castelli, docente di Internazionalizzazione e di economia degli intermediari finanziari alla Bocconi, il quale dice:
“Il conto corrente sta cambiando pelle: non è più un supporto agli altri strumenti finanziari, ma un prodotto a sé. Se viene sempre più colpito dalle commissioni rischia di pregiudicare la relazione con il cliente […] Sui costi di chiusura, poi, pesa molto ora la commissione d’istruttoria veloce, perché le banche vogliono scoraggiare gli sconfinamenti”.
Ma quali sono i numeri di questi rincari di costi dei conti correnti? Le commissioni bancarie sono passate dai 160€ di fine 2010 ai 217€ di oggi, di cui quasi 130€ sono per le commissioni per le varie operazioni che si effettuano col conto, mentre quasi 90€ per le spese fisse annuali.
Anche le carte di credito sono più care (il canone medio è passato da 30€ a 36€), così come il bancomat (da 10€ a 15€ all’ anno).
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Segnaliamo il caso particolare del Conto BancoPosta Più di Poste Italiane: è stato appena aumentato il canone annuo come anche i costi per libretto degli assegni e varie operazioni agli sportelli, ma la carta Postamat (il bancomat dei Conti BancoPosta) è diventata gratis [per maggiori dettagli: Aumento del canone del Conto BancoPosta Più].
Infine, evidenziamo come i maggiori costi di hanno per le operazioni da effettuare in filiale: un chiaro segnale che si vuole progressivamente favorire la moneta elettronica e l’ internet banking (anche se ciò contrasterebbe in apparenza con gli aumenti dei canoni per le carte di credito).