Da uno studio di Confedilizia, basato sui dati a riguardo delle differenze di imposta da pagare ai fini dell’ Imu per la seconda rata di dicembre (la scelta tra il pagamento in due o tre rate vale solo per l’ IMU prima casa) rispetto alla prima di acconto di giugno, per quel riguarda gli immobili concessi in locazione (le case in affitto, ma anche ad esempio i negozi: tutto viene equiparato ai fini dell’ IMU), vi saranno decisi aumenti che dipenderanno dal fatto che la rata di acconto, la prima appunto, è stata calcolata in base all’ aliquota base stabilita dalla legge, ovvero del 7,6 per mille, mentre il saldo di dicembre verrà pagato con le aliquote decise dai comuni.
Dove ci saranno le maggiorazioni più rilevanti? Ovviamente nei comuni dove verrà applicata la massima aliquota concessa, ovvero quella del 10,6 per mille (1,06%): ad esempio, parlando di capoluoghi, citiamo Bologna, Genova, Perugia, Roma, Torino, Venezia, per quel che riguarda gli immobili affittati con contratto libero (ovvero, con canone concordato da locatario e locatore-proprietario, con durata 4 anni più 4).
Per quel che riguarda invece gli immobili in affitto a canone concordato (con canone stabilito nell’ ambito di fasce previste da accordi territoriali, con durata di 3 anni più 2), gli aumenti più consistenti dovuti appunto all’ applicazione dell’ aliquota massima, saranno a Napoli, Perugia, Roma: per molti si tratterà di una situazione difficile, con gravi ripercussioni sociali.