lunedì 5 dicembre 2016

Investimenti nel 2017: Cosa Cambierà con Trump Presidente, Consigli per Investire

L'elezione di Trump presidente degli Stati Uniti è stata accolta bene dai mercati, in particolare dalla borsa di Wall Street ma anche da quelle europee, mentre continua la discesa dei prezzi dei bond e l'aumento dei rendimenti (comunque contenuto, in particolare per i Titoli di Stato europei per via del QE della BCE, il cui termine è stato prorogato da marzo a dicembre 2017). Ma come investire con Trump presidente? I cambiamenti saranno parecchi per via della sua politica economica, in particolare quella fiscale che favorirà le grandi aziende, e per l'annunciata cancellazione dell'Obamacare (o almeno un ridimensionamento) che sta già facendo volare il settore farmaceutico Usa ma mette paura a quello assicurativo. Poi come già sta avvenendo, il dollaro si rafforzerà sull'euro ancor di più, anche perchè è ormai imminente il rialzo dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve annunciato già da prima delle elezioni, mentre un punto di domanda aleggia sui Paesi Emergenti: sono in chiara ripresa nonostante il dollaro forte perchè sta risalendo il prezzo del petrolio e delle materie prime in generale, ma si dovrà vedere se Trump metterà dazi doganali per le merci in entrata negli Stati Uniti, in particolare cinesi. Dunque come investire oggi, nel 2017 e nel medio periodo con Trump presidente? Cerchiamo di fare il quadro della situazione con questo focus e gli approfondimenti suggeriti nell'articolo, dando anche alcuni consigli d'investimento.

Scampato pericolo? Chi temeva una brusca reazione dei mercati in caso di vittoria di Donald Trump si è dovuto subito ricredere: certo rimane il timore che davvero possa mettere dazi doganali, costruire muri, ristrutturare il debito statunitense che è in gran parte in mano cinese, ma dopo le elezioni il Trump populista ha lasciato spazio al Trump pragmatico imprenditore e politico che promette stabilità, crescita economica, sgravi fiscali alle imprese, investimenti pubblici per costruire strade, ospedali, infrastrutture varie, aumentare i posti di lavoro. Come ha affermato sulle pagine di Corriere Economia il vice direttore generale e responsabile investimenti di Ubi Pramerica SGR Emilio Franco: "Questa scelta ha rassicurato gli investitori, incoraggiandoli a vedere il bicchiere mezzo pieno, a scommettere su un miglioramento del quadro macroeconomico di medio termine. I rischi di breve legati all'incertezza politica rimangono benché attenuati".

Anche se avrà entrambe le camere del Congresso a maggioranza repubblicana, Trump dovrà comunque mediare in particolare sulle barriere commerciali. Tuttavia gli analisti sono tutti concordi nel ritenere che si avrà, almeno nella prima parte della sua presidenza, un rialzo dei prezzi e la ripresa dell'inflazione: oltre agli annunciati rialzi dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve, saranno proprio gli stimoli fiscali a dare una spinta, come anche le eventuali politiche sull'immigrazione e i dazi. Come primo consiglio d'investimenti in linea generale c'è quello di ripensare alla parte in obbligazioni del portafoglio: aumentare la quota di bond indicizzati all'inflazione ma facendo attenzione al rialzo dei rendimenti che abbasserà i prezzi.

consigli d'investimento con trump presidenteLa parte del programma di politica economica proposto da Trump che più piace alle major a stelle e strisce, ma non solo, è quella relativa ai tagli fiscali, in particolare i tagli fiscali sui profitti aziendali ora molto alta, al 35%, un abbassamento al 10% delle tasse sui profitti realizzati all'estero e rimpatriati, poi la riduzione della regolamentazione per grandi e piccole imprese che durante l'era Obama ha fatto aumentare costi e burocrazia. Anche nel caso non fosse realizzata a pieno, è comunque probabile che rientrerà almeno una parte di quel 14% di economia americana generata da super big come IBM, General Electric, Apple e altri, negli ultimi anni portata all'estero per un totale di oltre 2500 miliardi di dollari in profitti con l'intento di non pagare così tante tasse. Già accadde nel 2005 con lo sconto fiscale per il rimpatrio dei profitti attuato da Bush jr, che fece rientrare in poco più di un anno oltre 300 miliardi di dollari (circa la metà dei capitali all'estero di allora), investiti poi dalle aziende in terra patria con la creazione di nuovi posti di lavoro.

Tra i timori dell'era Trump ci sono quelli legati al commercio internazionale, visto che il neopresidente si è spesso espresso su posizioni non troppo velatamente protezionistiche. Se le trattative sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership, il patto di libero scambio fra Usa ed Europa che Obama ha cercato di concludere senza successo) erano già molto difficili e pure la Clinton si era detta critica, quello che più spaventa è la possibilità che Trump porti avanti le idee espresse in campagna elettorale sui dazi doganali: tra i poteri del presidente c'è infatti quello di firmare ordini esecutivi che impongono sanzioni e tariffe contro Paesi accusati di concorrenza sleale. Comunque gli analisti ritengono che Trump potrà fare ben poco in tal senso perchè i leader repubblicani non sono affatto d''accordo e il Congresso gli sarà dunque probabilmente contrario, spingendolo ad attuare il più pragmatico programma Better Way dello speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, dove appunto non c'è spazio per il protezionismo.

Sul fisco più favorevole promesso da Trump e sugli ostacoli che incontrerà sui propositi protezionistici sperano le grandi aziende, ma se gli sgravi fiscali su menzionati potrebbero essere un grande aiuto, invece i nuovi limiti all'immigrazione (dunque per moltissime aziende meno manodopera a basso costo), le eventuali barriere commerciali (dunque forniture dall'estero più costose ma anche rischio di "guerre economiche" a colpi di dazi) e il dollaro forte (esportazioni più difficili) rappresentano ad oggi grandi timori: certo, per i primi due si può ancora ritenere che Trump abbia spinto sul "populismo" per guadagnare voti e che non gli sarà facile attuarli, mentre il terzo potrebbe non essere un così grande ostacolo o comunque non molto più degli ultimi due anni, comunque sono fattori che andranno verificati già durante il primo anno di presidenza.

Due settori sui quali investire con Trump presidente secondo le previsioni saranno quello militare e il farmaceutico, ma non quello delle assicurazioni sanitarie:
  • il comparto militare negli Stati Uniti è il più ricco al mondo con una spesa di 597 miliardi di dollari nel 2015 ed un indotto globale nel quale rientrano anche alcune aziende italiane molto importanti; negli ultimi sei anni il budget del Pentagono è stato costantemente tagliato ma Trump ha promesso un aumento del 15% nonostante in politica internazionale si sia espresso su posizioni non-interventiste: probabile che l'aumento del budget sia in funzione di deterrente verso i potenziali nemici esterni ma anche come stimolo alla crescita interna; già nel mese di ottobre la Lockeed Martin ha annunciato un aumento di fatturato del 7%, ed il titolo è salito del 6% il giorno dopo l'elezione di Trump
  • l'ObamaCare non è stata un successo, anzi la delusione per le promesse non mantenute è stata un grosso punto a favore di Trump: infatti con la tanto sbandierata riforma sanitaria Obama aveva detto che i prezzi delle polizze sanitarie sarebbero scese e invece sono cresciuti fin'anche il 100% nel 2015, nonostante il comparto assicurativo abbia goduto di sussidi governativi; Trump ha promesso di abrogare l'ObamaCare e introdurre un nuovo sistema al quale è già al lavoro lo speaker della Camera, il repubblicano Ryan; dunque si prevede una discesa per i titoli assicurativi ma una salita per i farmaceutici, che tra l'altro hanno tirato un sospiro di sollievo perchè nel programma della Clinton c'era un intervento governativo per calmierare i prezzi dei medicinali: ad esempio il giorno dopo l'elezione di Trump il titolo Pfizer ha guadagnato il 9%
Approfondimento ➤➤➤ Investire in borsa nel 2017, previsioni degli analisti su Wall Street
I principali pericoli per la finanza con Trump presidente possono derivare soprattutto dalla decisa deregulation che ha promesso: se Wall Street sta ancora festeggiando con rialzi generalizzati (si prevede comunque una fase di correzione nel breve periodo, questo è ovvio, le analisi sono di medio-lungo termine), ci sarà da fare attenzione al ventilato rilassamento delle regole che può portare a nuove crisi sistemiche e facilitare abusi ai danni dei risparmiatori (negli Usa, quindi attenzione se investite nel mercato a stelle e strisce). Certo come ha detto il filosofo-matematico-trader Nassim Nicholas Taleb "il mercato dal 2009 è drogato (dai tassi a zero, ndr.) e debole, bisogna essere preparati al crollo indipendentemente da chi è il nuovo presidente", ma bisognerà in ogni caso prestare molta attenzione ad alcune novità che Trump ha promesso di introdurre e che potrebbero andare in direzione opposta all'aumento dei tassi d'interesse della Fed, come ad esempio l'innalzamento della soglia, ora fissata a 50 miliardi di dollari di asset, oltre la quale le banche regionali sono considerate istituzioni finanziarie importanti per il sistema e dunque con le stesse regole dei big bancari.

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